Via Vittime civili di guerra

Il 1° novembre 1943, giorno di Ognissanti, alle ore 11.50 18 aerei da caccia inglesi effettuano il primo bombardamento sulla città d Rimini. La popolazione è sbigottita e impreparata. Proprio qui, in quella che oggi è via Vittime civili, c’è un rifugio posto dietro il Pronto Soccorso della Croce Verde in cui perirà un numero imprecisato di persone. Lo racconta Ariodante Schiavoncini, uno dei due sopravvissuti che, dopo due ore sotto le macerie, viene portato nel vicino ospedale. ”Sono rimasto sepolto con una ventina d’altre persone nel rifugio paraschegge detto della “Croce verde”. Dopo ore di lavoro di volenterosi militari tedeschi e cittadini, da quelle macerie siamo estratti vivi solamente in due”.

Tra le vittime Adamo Toni, segretario del PCI clandestino. Mario Magnani, vigile del Fuoco in servizio, testimonia lo sbigottimento per il crollo del rifugio e crede che i seppelliti fossero circa 97.

La segreteria generale del Comune di Rimini nel protocollo del 4 novembre 1943 XXII inviato al capo della provincia di Forlì riferisce del bombardamento del 1°  novembre menzionando apparecchi nemici in formazione di 3 squadriglie di 6 apparecchi ciascuna provenienti dal mare e termina la relazione con queste parole:

“Si deplorano: Danni alle persone, Morti finora accertati n. 68, Feriti accertati presso Ospedali n. 69″

Da questo momento Rimini verrà bombardata per 100 giorni, proprio per la sua posizione di cerniera tra via Flaminia, via Emilia e via Romea di antica memoria. Inizia per la popolazione lo sfollamento verso le campagne vicine.