Piazza Tre Martiri

La piazza principale di Rimini viene più volte colpita dai bombardamenti: subiscono ingenti danni quasi tutto il lato mare della piazza tranne, fortunatamente, la Torre dell’Orologio progettata dall’architetto Francesco Buonamici e la statua del Giulio Cesare. Anche il lato monte è colpito ma in maniera meno grave. L’episodio più significativo che si consuma nella piazza durante la guerra è l’impiccagione di tre giovani partigiani appartenenti alla XXIX Brigata “Gastone Sozzi”, Adelio Pagliarani di 19 anni, Mario Capelli di 23 anni e Luigi Nicolò di 22 anni.

Il 9 ottobre dello stesso anno la Giunta di Liberazione intitola la piazza ai Tre Martiri della Resistenza riminese.

La mattina del 15 agosto 1944 tre partigiani vengono sommariamente processati dalla Corte marziale del 303° reggimento guidato dall’Oberstleutenant Christiani. I tre partigiani sono accusati di «ammassamento clandestino di armi e munizioni a fine terroristico e di reati di sabotaggio e attentati contro cose e persone» e all’alba del 16 agosto vengono impiccati nell’allora piazza Giulio Cesare. I corpi rimarranno esposti come monito per due giorni.