Castel Sismondo
Il Castello di Rimini, realizzato tra il 1437 e il 1446, ultimato definitivamente nel 1454, è stato costruito da Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini.
Oggi, della sua originaria consistenza, è rimasto il nucleo centrale del castello.
Sigismondo stesso ne è stato ispiratore e coordinatore del progetto, grazie alla sua esperienza di condottiero e la grande conoscenza delle arti belliche. Nell’ideare il suo progetto ebbe la consulenza di vari architetti: Cristoforo Foschi, Matteo Nuti e Filippo Brunelleschi.
Nel 1821 il castello viene adibito a caserma dei carabinieri. Nel 1826 viene distrutta la cinta muraria esterna e riempito il fossato, la demolizione della terza torre e la costruzione di un magazzino di sale addossato ai bastioni. La rocca dal 1857 viene utilizzata come carcere mandamentale, funzione che ha mantenuto fino al 1967.
Durante la Seconda Guerra Mondiale anche questo monumento, come gran parte degli edifici della città, è stato colpito dalle bombe alleate in occasione del terrificante bombardamento avvenuto il 28 dicembre 1943, che ha causato ingenti danni, tali da rendere necessario il trasferimento dei detenuti nel carcere di Santarcangelo, nel gennaio successivo.
Nell’agosto del 1943, dopo la caduta del regime fascista, qui furono incarcerati vari gerarchi fascisti riminesi come: Giuffrida Platania, Eugenio Lazzarotto, Perindo Buratti e Valerio Lancia. Nel bombardamento citato alcune bombe esplosero proprio in prossimità del portone principale le quali procurarono una grossa breccia nelle mura, di cui dalla stessa, approfittando del caos generato dalla situazione poterono scappare diversi detenuti, tra i tanti, vi riuscì anche un’intera famiglia di ebrei triestini che era stata lì internata dai fascisti in attesa di essere deportati.